Alle origini dei cavalieri Templari: la difesa armata del pellegrinaggio

Il successo della prima Crociata aveva determinato la ripresa dei pellegrinaggi verso il Santo Sepolcro; tuttavia, le strade erano ancora insicure e brulicanti di gruppi armati di Turchi o Arabi che attaccavano i pellegrini ivi diretti, in particolare lungo la strada che da Jaffa, porto di sbarco privilegiato dai pellegrini provenienti dall’Occidente, conduceva a Gerusalemme, o dalla stessa Gerusalemme al fiume Giordano, altro luogo sacro meta dei pellegrini occidentali. I Crociati controllavano, oltre alla Città Santa, solo altri due centri importanti: Edessa e Antiochia, con una situazione che vedeva tre distinti gruppi cristiani situati in tre località distanti tra di loro centinaia di chilometri. Tenevano anche altri piccoli centri fortificati in uno scenario a macchia di leopardo che lasciava il resto del territorio sotto il controllo musulmano o in una terra di nessuno soggetta alle scorrerie di truppe regolari, o più semplicemente, di predoni abituali od occasionali costituiti dagli abitanti dei villaggi arabi. Il nuovo regno di Gerusalemme disponeva di appena trecento cavalieri e altrettanti fanti per difendere dalle moltitudini saracene – oltre alla Città Santa – Jaffa, Ramalla e Caifa. Non esisteva ancora la rete castellare successivamente creata, ed è facile immaginare come, in tali condizioni, gli spostamenti da una città all’altra, o dai porti della costa verso l’interno, fossero oltremodo rischiosi. Nel 1102-1103, il pellegrino anglo-sassone Saewulf descriveva la sua drammatica esperienza, lungo la strada che conduceva da Giaffa a Gerusalemme, con i predoni che si nascondevano nelle caverne della regione. Ancora qualche anno dopo, 1106-1107, un altro pellegrino, l’abate Daniele di Kiev, percorreva le tappe del pellegrinaggio in Palestina. In più punti del suo racconto si trovano riferimenti ai pericoli affrontati a causa delle insidie tese dai predoni musulmani. Presso la tomba di San Giorgio, a Lidda, i pellegrini vivevano notti insonni per paura degli attacchi egiziani provenienti dalla vicina Ascalona. La strada che da Gerusalemme conduceva al Giordano, passando per il Monte degli Ulivi, era estremamente pericolosa, oltre che per la mancanza di acqua, a causa della presenza di bande di predoni che si nascondevano tra le montagne e nelle gole. Poi ancora, nei pressi di Hebron, l’abate riesce a percorrere la strada solo grazie all’aiuto di una forte scorta armata. Infine, in Galilea presso la città di Beisan, nei pressi del Giordano, dove “fieri pagani saraceni attaccano i viandanti presso i guadi dei fiumi”. In breve, possiamo affermare che i nascenti poteri cristiani di Terrasanta non disponevano delle forze armate necessarie per garantire la protezione delle vie di pellegrinaggio.

E’ quindi in questo drammatico scenario che si colloca sicuramente la nascita dell’Ordine templare, come risposta alla pressante esigenza di garantire la difesa armata dei pellegrini e delle strade del pellegrinaggio. Un gruppo di cavalieri crociati decide di costituirsi in milizia armata permanente per la difesa dei pellegrini e dello stesso luogo oggetto del pellegrinaggio, vale a dire il Santo Sepolcro. Questi saranno detti i Pauperes Milites Christi o Templari, che si andranno ad affiancare all’altro ordine già operante in Terrasanta con funzioni soprattutto caritatevoli ed assistenziali: i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. In tal modo assistenza ospedaliera e difesa armata dei pellegrini vengono ad intrecciarsi in maniera indissolubile. Dai racconti delle varie fonti, coeve o successive, al di là delle discordanze sul numero dei cavalieri e delle date, una cosa appare certa: l’attività di scorta e difesa dei pellegrini ad opera di alcuni cavalieri crociati, cominciò poco dopo la presa di Gerusalemme, già alla fine dell’XI secolo. Questi cavalieri ancora non erano costituiti in quello che poi sarà l’Ordine del Tempio, ma facevano riferimento ai canonici del Santo Sepolcro, ai quali si erano “dati” (rendus), con lo scopo di svolgere tale missione.

    Guglielmo di Tiro, il quale scrive tempo dopo gli avvenimenti, fissa una data precisa: 1118, quando un gruppo di nove cavalieri, giunti in Terrasanta quali crociati, pronunciarono, innanzi al patriarca di Gerusalemme, i voti di castità, povertà e obbedienza, scegliendo di vivere secondo la regola dei canonici regolari. Il re Baldovino II concesse loro di abitare nell’ala sud della sua residenza, il Tempio del Signore. In cambio fu loro ingiunto dal patriarca di Gerusalemme di difendere e custodire le vie del pellegrinaggio e vegliare sull’’incolumità dei pellegrini. Circa la fondazione, Altre fonti, forniscono date che oscillano tra il 1118 e il 1125. In realtà, più recenti studi hanno dimostrato come la data esatta della nascita dell’Ordine sia da collocare tra il 14 gennaio e il 13 settembre del 1220.

Secondo la cronaca del patriarca giacobita di Antiochia Michele il Siriano, il gruppo fondatore sarebbe stato costituito da un nobile franco accompagnato da trenta cavalieri, il  quale, dopo aver prestato servizio per tre anni nell’esercito del re Baldovino, decise di rimanere a Gerusalemme; il tal modo “…invece di farsi monaco per occuparsi di salvare solo la sua anima, avrebbe contribuito a rendere sicuro il territorio contro i ladri”. È invece l’inglese Walter Map che ripropone chiaramente il motivo della difesa dei pellegrini, raccontando di come Ugo di Payens esordì in Terrasanta difendendo dagli assalti dei predoni saraceni i pellegrini che andavano ad abbeverarsi presso una cisterna posta poco fuori Gerusalemme. I suoi eroici ma solitari tentativi furono presto frustrati dalla preponderanza numerica dei nemici, ma non domo, Ugo si rivolse ai canonici del Santo Sepolcro per ottenere un punto di raccolta (all’interno del Tempio di Salomone) dove radunò “cavalli e armi; raccolse attorno a sé come uomini d’arme (…) i pellegrini, perché si trattenessero lì e si dedicassero al servizio di Dio indefinitamente o anche solo temporaneamente”.  Secondo un altro racconto, circolante nel 1270 in Terrasanta, il famoso Chastel Pélerin – una delle principali roccaforti templari in Palestina, conosciuta anche col nome di Athlit – sarebbe stato il luogo dove i primi Templari si stanziarono, con lo scopo di difendere il  passo lungo il cosiddetto Iter peregrinorum, poco a sud del Monte Carmelo, sul quale poi sarebbe stato costruito il castello, la cui fondazione risale tuttavia al 1217. In una bolla di Celestino II, in Templari vengono descritti quali coloro che: “…peregrinos ad loca sancta profiscientes, in eundo et redeundo ab incursibus paganorum defensant”. Più o meno la stessa espressione era usata nel 1125 circa da un benefattore che donava beni al Tempio in nome della fama acquisita nella difesa dei pellegrini. In conclusione, si può chiudere il quadro della situazione del pellegrinaggio ai luoghi santi subito dopo la I crociata e le motivazioni della fondazione dell’Ordine templare, con le parole di Jacques de Vitry, che più tardi, a circa un secolo di distanza, così scriveva:

A quei tempi – mentre da ogni parte del mondo ricchi e poveri, giovani, vecchi e fanciulle visitavano i luoghi santi di Gerusalemme – alcuni ladroni, rapinatori e predatori delle strade pubbliche insidiavano gli incauti pellegrini, spogliando molti di loro e trucidandone altri. Al che, alcuni cavalieri, amanti e devoti a Dio, servendo la carità, rinunciando al mondo e dedicandosi al servizio di Cristo, giurarono nelle mani del patriarca di Gerusalemme un voto e una solenne promessa: avrebbero difendeso i pellegrini dai predetti ladroni e uomini sanguinari, e custodito le strade pubbliche, secondo gli usi dei Canonici regolari, in obbedienza, castità e senza averi, militando in favore del sommo Re.

È opportuno osservare come certamente la funzione dei Templari di difesa militare dei pellegrini, si evolse quasi naturalmente, da quella primitiva dei cavalieri di San Giovanni di Dio, che avevano fatto dell’assistenza ai pellegrini il loro scopo principale. Ma, questi ultimi si dedicarono, almeno all’inizio, al soccorso dei corpi e delle anime, attraverso l’allestimento di ospedali, cimiteri e chiese; i primi si preoccuparono di dare una risposta ad una delle principali esigenze manifestate dai pellegrini del tempo: quella di avere un’adeguata protezione militare nel corso del proprio iter.

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