Il dilemma del cavaliere: meglio la fuga o la morte in battaglia?

Il libro L’Arbre des Batailles fu scritto da un chierico provenzale, Honoré Bovet (ca. 1340 – ca. 1410) nel 1387. È un trattato sulla guerra e le leggi belliche rivolto a un vasto pubblico, per cui ebbe un’ampia diffusione e una grande influenza. La sua teoria del diritto di guerra affonda le radici nei classici dell’antichità, in primis Aristotele, nel diritto romano e nei teologi cristiani quali San Tommaso, o i canonisti quali Graziano. Nell’opera sono trattate molte questioni giuridiche sul diritto militare, quali il bottino, il trattamento dei prigionieri, il diritto al saccheggio ecc.
In questo breve estratto, l’autore espone il suo punto di vista sulla scelta drammatica di fronte alla quale si trovavano spesso i cavalieri in battaglia.

Capitolo 7: Se un uomo debba preferire la morte alla fuga dalla battaglia

Ora dobbiamo considerare una questione piuttosto difficile: cioè, se un uomo debba scegliere la morte, piuttosto che fuggire dalla battaglia. Mostro dapprima che egli dovrebbe scegliere la fuga piuttosto che aspettare la morte, e il motivo è questo. È meglio, secondo il filosofo, scegliere ciò che dà più gioia. È chiaro che vivere è più piacevole che morire, quindi è meglio fuggire che aspettare la morte. Quanto alla seconda ragione: la morte è la più terribile e la più forte di tutte le cose, e quindi la più temuta; ma, poiché ciò non è, nella natura delle cose, un piacere, ne consegue che non è desiderato; poiché la scelta è influenzata dal piacere e dalla libertà di scelta.
Eppure Aristotele, principe dei filosofi, sostiene il contrario, per la seguente ragione: “Io dico che per niente al mondo un uomo dovrebbe fare ciò che è disonorevole e riprovevole. Ma è chiaro che fuggire è male e porta grande disonore.” A questo proposito desidero avanzare alcune ragioni che supportano l’opinione del filosofo. In primo luogo, i nostri decreti dicono che è meglio soffrire e sostenere tutti i mali piuttosto che acconsentire al male: ma fuggire e abbandonare il giusto è una cosa malvagia. Chiaramente, quindi, egli non deve assolutamente fuggire. Una prova ancora più forte è la seguente: di due cose un uomo deve scegliere la migliore; e, se lo fa, avrà la vita eterna. Quindi è meglio restare che fuggire per salvare la vita di questo corpo mortale, che è solo carne per vermi.
In questa discussione voglio aggiungere la mia opinione, e mi sembra che se un cavaliere è  impegnato in battaglia con i Cristiani contro i Saraceni, e pensa che con la sua fuga i Cristiani potrebbero perdere la battaglia; deve attendere la morte piuttosto che fuggire, perché sa che morirà per la Fede e sarà salvato. Se invece sa che rimanendo non sarà di aiuto al punto da impedire la sconfitta, e scopre di potersi salvare e sfuggire dalle mani dei suoi nemici, dico che dovrebbe andarsene. Se, invece, vede e riconosce chiaramente che la fuga non significherebbe necessariamente la salvezza, farebbe meglio a restare; poiché è meglio che aspetti l’esito difendendo se stesso e gli altri, e muoia con i suoi compagni, se Dio lo permette, piuttosto che fuggire. Se un cavaliere sta combattendo contro dei Cristiani al servizio del suo signore, vi dico, come ho detto prima, che dovrebbe essere disposto a morire per mantenere il giuramento della sua fedeltà a lui. Dico lo stesso del cavaliere che riceve il salario dal re o da un altro signore, poiché, avendogli promesso la propria fede e il proprio giuramento, deve morire in difesa di lui e del suo onore; e così mantiene in sé la virtù del coraggio, in modo da non temere nulla che possa accadere nella lotta per la giustizia.

Mia traduzione da: Honoré Bovet, L’arbre des batailles. Édition d’après le manuscrit Bibliothèque de Genève (BGE), Comites latentes 168, a c. di R. Richter-Bergmeier, Genève, Droz (Textes littéraires français, 644), 2017.

PER SAPERNE DI PIU’

ARTICOLI SULLA CAVALLERIA:

Antologia della Cavalleria (libro)
L’abbigliamento del cavaliere
Gli Statuti dell’Ordine cavalleresco dello Spirito Santo o del Nodo
La feroce condanna delle armi da fuoco di Ariosto
Due trovatori, due visioni opposte della guerra
Trilogia della Cavalleria (libri)
Il libro delle gesta di Jean le Maingre detto Boucicaut: Biografia coeva dell’ultimo grande cavaliere medievale
La polemica anti-inglese durante la Guerra dei Cento Anni
Ballata per la morte di Bertrand de Guesclin
Il dolore di una dama per il suo amore lontano alle Crociate
Consigli di un vecchio cavaliere a un giovane baccelliere
Il dilemma del cavaliere: meglio la fuga o la morte in battaglia?
Le domande per la giostra, il torneo e la guerra di Geoffroi de Charny Geoffroy de Charny, il cavaliere perfetto
L’investitura del cavaliere secondo il pontificale romano
La benedizione del cavaliere
Il cavaliere e l’adulterio
I duelli del “Pas d’Armes”

Lascia un commento