La motta di Scribla. La prima base dell’avventura di Roberto il Guiscardo

I resti del castello di Scribla si possono ancora oggi vedere in Calabria, in una località a metà strada tra Castrovillari e Spezzano Albanese. Nel 1976 vi furono condotti scavi sistematici che confermarono quanto sostenuto dai cronisti della conquista Normanna, ma che nel frattempo era andato perduto nella memoria e financo nella toponomastica della zona, e il luogo veniva semplicemente indicato come “Il torrione”.

Gli scavi e più recenti studi storici hanno confermato che quei ruderi sono ciò che rimane dell’antica “motta“, lì eretta dal fratello di Roberto il Guiscardo, Drogone. Quando, infatti, Roberto arrivò in Italia, all’incirca tra il 1046 e il 1049, i suoi fratelli maggiori Gugliemo Bracciodiferro, Drogone e Unfredo già vi operavano da tempo e avevano raggiunto una certa posizione di potere, ottenendo dai principi longobardi di Capua e Salerno, importanti possedimenti nelle Puglie e in Campania. Il nuovo venuto, ancora “povero in canna”, fu sistemato dal fratello Drogone in un territorio ancora “vergine”, cioè fino ad allora non interessato dalla conquista normanna: la Calabria. Il cronista Amato di Montecassino così ci tramanda l’episodio:

Allora Roberto decise di ritornare presso sua fratello, e lo pregò di dargli della terra; ma costui non riteneva di potergliene dare alcuna. E cercò come potesse rimediare alla povertà di suo fratello. Quindi se andò in Calabria, dove trovò un’altura ben difesa. La fortificò con strutture in legno, e la chiamò Rocca di San Martino, e la donò al fratello, affidandogli il possesso di tutta la Calabria, e poi se ne tornò nella sua terra. (AM, III.7)

Due dati interessanti emergono dal racconto: il castello fu costituito su un’altura e fu fortificato con strutture in legno. Questi due elementi ci indicano con sicurezza che trattavasi di una “motta”, la tipica struttura difensiva adottata dai Normanni nelle proprie regioni e poi esportata anche in Inghilterra e da noi.

I due tipici elementi del sistema detto in inglese “Motte and Balley” erano la presenza di un’altura, naturale o artificiale, sulla quale sorgeva una torre in pietre, e un recinto in legno alla base. Qui a sinistra si può ammirare la ricostruzione di una tipica motta, a destra l’altura dove sorge la rocca di Scribla.
Il luogo scelto da Drogone era di una estrema importanza strategica, infatti, l’altura era situata nei pressi deI punto dove s’incontravano la via Popilia – che ancora nel medioevo, rappresentava la principale arteria di comunicazione nord-sud – e la via trasversale dallo Ionio al Tirreno.

Da qui Roberto condusse le prime sue azioni militari, che all’inizio sapevano più di atti di banditismo, di saccheggio e ruberie, contro i Bizantini di Calabria, ma che gli valsero il prestigio per condurre poi la sua lunga carriera di condottiere, che lo portò poi a conquistare pressoché tutto il Mezzogiorno.

 Tuttavia, se la valenza strategica dell’insediamento era indiscutibile, le condizioni climatiche erano delle più sfavorevoli, in quanto, la pianura di Sibari, era impaludata e infestata da febbri. Per questo motivo, dopo qualche anno, Roberto decise di spostare la sua base a San Marco Argentano, luogo non molto lontano più ad ovest, situato ina zona più elevata e più salubre.

Ma, ancora più tardi, mentre il Guiscardo era impegnato assieme al fratello Ruggero nella conquista della Sicilia musulmana, dopo aver distrutto la città la città di Bugami nei pressi di Palermo, ne deportò gli abitanti proprio a Scribla, per utilizzarli come manodopera, e forse anche come combattenti, anticipando così in piccolo ciò che Federico II avrebbe realizzato quasi due secoli dopo, con la colonia di Lucera.

ARTICOLI SUI NORMANNI:

Un commento

  1. VENTODISOAVE ha detto:

    … Je suis le seigneur.. La piu grande aspettativa di un cavaliere normanno era potersi insignorire su di un territorio conquistato.. Moi, je suis le seugneur, et vous, mes fideles, mes serviteurs… Un sogno, una realtà riservata agli audaci, ai coraggiosi, quelli che non avevano paura di morire. Eh…. Bisognava saper lottare con la mente, col cuore e con l’anima…

    "Mi piace"

Lascia un commento