Isbitāriyya e Dāwiyya: gli Ordini Monastico-Militari visti dai Musulmani

Le fonti arabe indicavano Ospitalieri e Templari rispettivamente con i termini: Isbitāriyya e Dāwiyya. Nel primo caso, è chiaro che Isbitāriyya e Isbitār erano semplicemente forme arabizzate del latino hospitalis o hospitalarius. Nel secondo caso l’etimologia è meno chiara. Secondo alcuni potrebbe essere una corruzione di una parola siriaca per “poveri” (dōwē, dōwyō), tradotta dal titolo latino originale dell’Ordine, Pauperes Commilitones Christi; secondo altri, sarebbe una corruzione araba del latino dēvōtus o antico francese devot.

In generale, l’atteggiamento dei musulmani verso gli Ordini Militari lascia perplessi per la sua evidente ambiguità. Come è noto, Saladino – che in altre occasioni si era dimostrato e si dimostrerà particolarmente generoso nei confronti dei Cristiani catturati – scelse di giustiziare tutti i Templari e Ospitalieri caduti prigionieri nella battaglia di Ḥaṭṭīn. ʿImād al-Dīn racconta che il sultano colse l’opportunità di “purificare la terra dai due Ordini impuri, sorridendo mentre osservava la strage”.
D’altra parte, la testimonianza del siriano musulmano Usāma bin Munqidh, ci tramanda di come gli fu permesso di eseguire la preghiera islamica ad al-Aqṣā a Gerusalemme, allora il quartier generale dei Templari, perché “i Templari erano i suoi amici”. Un contrasto così netto tra l’atteggiamento di Saladino le amichevoli esperienze di Usama sembrano difficili da spiegare. In effetti, Saladino condannò a morte i fratelli soprattutto a causa della loro abilità militare. Ibn al-Athīr scrive che Saladino li scelse perché erano i combattenti più violenti di tutti i Franchi. Il gesto di Saladino rappresentò, probabilmente, il picco della crescente ostilità ideologica islamica agli Ordini Militari, alimentata dalla loro abilità militare, la loro riluttanza a fare la pace e il loro “inquinamento spirituale” di Gerusalemme. Invece, l’amicizia di Usama con i Templari si verificò prima che questa ostilità islamica raggiungesse un crescendo negli anni ’80 del secolo.

Al di là di questi opposti atteggiamenti testimoniati dai due episodi citati, una fonte araba in particolare sembra consegnarci una lettura affatto realistica del modo di come i Musulmani consideravano i Templari. Si tratta di due passi dell’opera di Yāqūt al-Rūmī, (nato nel 1179):

“… I Templari, un tipo di Franchi; sono un popolo che si è dedicato interamente ad uccidere i Musulmani e si sono privati del matrimonio, perché sono sia monaci che cavalieri “

“I Templari, da cui prende il nome la fortezza, sono un popolo dei Franchi che si dedicano interamente alla guerra santa (jihād) contro i Musulmani, si privano del matrimonio e così via. Hanno ricchezza e armi, si aiutano a vicenda con la forza e si battono con le armi, e nessuna obbedienza li lega a chiunque “.

In conclusione, la descrizione di Yāqūt dei Templari è una prova inestimabile che i Musulmani contemporanei avevano una comprensione più profonda di ciò che erano gli Ordini Militari, nel senso specifico di riconoscere la loro vocazione religiosa. Tuttavia, la conoscenza, in questo caso, non generava tolleranza, ma piuttosto un conflitto ideologico sostenuto da certe differenze religioso-culturali. Questo porta a considerare la misura in cui gli intellettuali musulmani percepivano gli Ordini come una minaccia all’Islam, non solo nel senso convenzionale di nemici degli eserciti musulmani, ma anche per la loro tolleranza verso la pratica dell’Islam come religione. Partecipando al sincretismo popolare, tollerando la preghiera islamica e prestando servizio ai Musulmani malati insieme ai Cristiani ed Ebrei, gli Ordini Militari minacciavano di minare la percezione delle differenze tra Cristianesimo e Islam, che i dotti islamici avevano così faticosamente definito. Contro questa eresia del sincretismo, i religiosi musulmani deposero le loro penne a favore delle spade. Nel frattempo in Europa, i Cristiani cominciarono a chiedersi perché i Templari sembrassero così amichevoli con i Musulmani, i loro presunti nemici giurati. Voci sensazionaliste cominciarono a circolare che i fratelli invocassero il nome di Allāh e che adorassero idoli di Muhammad. Fu un sultano musulmano che iniziò la persecuzione di la presunta eresia templare, ma sarebbe stato un re cristiano a finirla.

Bibl. –
R. S. Humphreys, Dāwiyya and Isbitāriyya, in The Encyclopaedia of Islam: New Edition, 12 voll., ed. C. Bosworth (Leiden, 1960–2009), vol. XII, pp. 204–6;
K. J. LEWIS, Friend or foe: Islamic views of the military orders in the Latin East as drawn from Arabic sources, in The Military Orders Volume 6.1: culture and confl ict in the Mediterranean World, ed. J. Schenk and M. Carr, Routledge 2017, pp. 20-ss.


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